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ELENA M. FABRIZIO, POPULISMO DI SECONDO GRADO E MANIPOLAZIONE DELL’ESITO REFERENDARIO
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Populismo di secondo grado e manipolazione dell’esito referendario
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di Elena Maria Fabrizio
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Tra i sintomi che affliggono le democrazie occidentali, la manipolazione dell’opinione pubblica e la
manipolazione del voto sono i più noti. E non c’è consultazione politica e referendaria, con o senza
quorum, che non confermi questo trend. Così, puntualmente, nell’ultima consultazione la tutela
della Costituzione e il conseguente rigetto di una riforma irresponsabile che non ci avrebbe protetto
da maggioranze retrograde, populiste e autoritarie, viene surclassato da altri dati, dotati di scarsa
oggettività e più semplicistici. Non solo i cittadini avrebbero innanzi tutto votato per dire Sì o No al
Presidente del Consiglio Renzi e al suo governo, ma con questa scelta, più che esprimersi sulla sua
politica e le sue leggi, si sarebbero di fatto espressi sull’alternativa Renzi o il populismo, che è
ovviamente sempre quello degli altri, Salvini e Grillo in primis. Sembra quasi superfluo evidenziare
che la carente analiticità di questa lettura eleva il populismo a giudizio di secondo grado cui
scadono nell’analisi del voto, ma già prima nei modi e nei toni della campagna referendaria, quegli
stessi sostenitori che hanno eretto il Pd a partito antipopulista per eccellenza; il quale non cede alla
tentazione di dividere ancora una volta l’elettorato nel popolo che interpreta correttamente i propri
valori (cambiamento, bellezza, sogno, futuro) dal popolo che al contrario ne sarebbe incapace.
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